A partire dal terzo anno di liceo, tutti gli studenti devono svolgere delle ore di PCTO prendendo parte a progetti extracurricolari proposti dai loro docenti. Quest’anno il nostro liceo, tra le varie proposte, ha offerto agli studenti del corso linguistico la possibilità di organizzare uno spettacolo teatrale in lingua inglese, permettendo ai partecipanti di dare vita alle loro più grandi ma spesso nascoste passioni. Non era richiesto nessun tipo di requisito, se non tanta voglia di mettersi in gioco in attività artistiche quali canto, ballo e recitazione. La vera e sorprendente originalità di tale progetto risulta però in particolar modo la partecipazione ad uno tra i più famosi festival al mondo, che ha luogo a Malta ogni anno alla fine di marzo. La professoressa Marcella Marceddu, referente del progetto, ha fin dall’inizio dell’anno preso a cuore tale progetto, occupandosi personalmente di organizzare al meglio la buona riuscita dell’evento. Il festival al quale le nostre ragazze hanno partecipato, organizzato dall’Abela Junior College, prende il nome di Youths Arts Festival o semplicemente di Holqa: un termine maltese dal significato “unione”, poichè il vero fine è proprio quello di rappresentare un momento di incontro tra popoli e culture diverse, in quanto sono stati diversi i Paesi che vi hanno preso parte. Ogni anno gli organizzatori scelgono un tema al quale i vari gruppi partecipanti devono attenersi. Per il festival tenutosi dal 20 al 24 marzo, il tema prescelto è stato lo scenario emerso a seguito di tre anni di pandemia. Le ragazze dell’Alberti hanno ideato da sole sia il copione che il ballo durante gli incontri pomeridiani, supervisionate e dirette, oltre che dalla prof.ssa Marceddu, anche dalla prof.ssa Marciano, docente di conversazione inglese. La trama dello spettacolo “Shakespeare is not in love”, organizzato dalle 13 partecipanti, ha come protagoniste due ragazze che si sono scambiate messaggi sui social durante tutto l’arco della pandemia per poi incontrarsi e scoprire che in realtà la figura maschile immaginata come interlocutore da una delle protagoniste, non era in realtà chi si aspettava. Uno scenario abbastanza comune che riflette una realtà che spesso noi giovani viviamo in prima persona. Le partecipanti sono state entusiaste di tale progetto che, oltre a permettere loro di accumulare varie ore di alternanza, le ha dato la possibilità di divertirsi, scoprire nuove passioni e mettersi in gioco davanti ad un pubblico internazionale, superando a pieni voti la paura del palcoscenico. Lo spettacolo ha dato modo a tutti noi di riflettere sull’importanza dell’amore e dell’amicizia, sentimenti che durante la pandemia, in vario modo, sono mancati a tutti noi.

Le ragazze durante la didattica a distanza in pandemia.
La professoressa Marceddu dietro le quinte.

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