Anno di studio all’estero: impressioni di una studentessa del Liceo “Alberti”.
Tante persone hanno parlato dell’anno all’estero, ma come sarà realmente? Adele Piredda, studentessa della 5CL ci racconta la sua esperienza come exchange student in California durante l’anno scolastico 2021/2022.
– Come sei venuta a conoscenza di questa possibilità?
Da sempre sapevo di voler fare un’esperienza di questo tipo, che mi permettesse di viaggiare e uscire dalla mia comfort zone. Tra la seconda e la terza superiore, con circolari della mia scuola e l’influenza di alcune conoscenze ho scoperto dell’esistenza di programmi exchange all’estero e mi sono subito mossa per poter partecipare.
-Qual è stata la procedura di iscrizione per il progetto exchange?
Dopo aver scelto un’agenzia specializzata in questo tipo di viaggi, ho dovuto raccogliere un vasto numero di documenti scolastici, medici e personali (tra i quali una lettera di presentazione) per creare una sorta di curriculum con il quale farmi conoscere dalle potenziali famiglie ospitanti. Il mio programma prevedeva infatti che io passassi il mio tempo all’estero con una famiglia locale che volontariamente si era offerta di ospitare studenti stranieri. Dopo aver inviato la mia richiesta all’agenzia, ho dovuto aspettare per diversi mesi che una famiglia mi scegliesse.
-Quindi è stato un processo molto lungo, è per questo che bisogna farlo un anno prima giusto?
Assolutamente sì, è importante attivarsi il prima possibile. Prima è, meglio è!
-Come si sente dire spesso, la scuola americana è completamente diversa da quella italiana. Parlaci un po’ di come ti sei trovata lì, era molto differente dalla nostra scuola?
Pensavo fosse un luogo comune, invece è proprio così, sia in modo positivo che negativo. Da un lato, negli Stati Uniti viene dato molto più spazio alla creatività degli studenti e agli aspetti non prettamente accademici, quindi i ragazzi e le ragazze hanno più opportunità per esplorare nuove passioni ed interessi. Dall’altro, dato che frequentare classi accademiche di alto livello non è obbligatorio per ricevere crediti formativi, il livello di istruzione e di cultura generale è decisamente più basso rispetto all’Italia e molti studenti sembrano conoscere davvero poco del mondo che li circonda, anche se ovviamente non tutti.
-Consiglieresti questa esperienza? A qualcuno in particolare?
Penso sia un’esperienza profondamente formativa, soprattutto per ragazzi e ragazze di 16/17 anni. In un periodo di cambiamento come quello dell’adolescenza è davvero liberatorio trovarsi in un luogo dove nessuno ti conosce, dove nessuno ha delle aspettative su di te. Per questo consiglio a tutti coloro che hanno la possibilità di frequentare un anno scolastico all’estero di buttarsi e partire, oltre che per imparare la lingua e viaggiare, anche per mettersi in gioco ed esplorare appieno se stessi!
Ringraziamo la nostra compagna per la sua testimonianza e speriamo che queste informazioni possano essere di aiuto e di stimolo per coloro che vogliono seguire un percorso simile.
Sara Deidda e Irene Mossa